domenica 8 gennaio 2012

«Volevo ritrarre, fissare la gente a dimensione umana in spazi quotidiani, avere a che fare con l'idea di environment. Ho cercato, nei calchi, di fissare il gesto psicologico».

...Ma qui George Segal fa molto di più, svelando il contesto.
Muore l'uomo e nasce l'oggetto; si chiama "oggettivazione dell'uomo".
Un ossimoro che sancisce la resa dell'Umanità alla corruzione delle "cose"

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