giovedì 17 marzo 2011

se fosse Italia...

E' la libertà che si pone come condizione necessaria nel dar vita a quel fenomeno che la Storia dell'Arte chiama col nome proprio di Risorgimento e che identifica lo spirito di mezzo secolo.
La sua traduzione in pittura si esprime nel tentativo di innovare le esperienze culturali conservatrici e quindi di combattere coraggiosamente le istanze di un ormai ripetitivo fare Accademico.
La grande moltitudine di “ correnti scuole regionali o municipali, ciascuna delle quali aspira a porsi come espressione dell'arte italiana” (G.C.Argan) partecipa alla codifica di un sentimento comune condiviso e non più imposto.
Il linguaggio figurativo non sarà più inteso come una questione meramente intellettuale ma dignitosamente popolare.
E allora si riscoprono valori come famiglia patria e fede.
Diventano essi stessi soggetto principale di una poetica che cambia profondamente il sentire comune, traghettando finalmente l'Italia verso quel cambiamento figurativo e culturale auspicato e già avvenuto nel resto d'Europa.

Esponente di straordinaria fascinazione è Domenico Induno, poeta del genere popolare meno noto ai molti ma estremamente capace di rimandare al pubblico i sentimenti fondanti della propria terra.
Le figure rivelano un pronto realismo, il parlottare del popolo è tangibile e manifesta il clamore suscitato dalla pace di Villafranca, lo sfondo è costituito da vecchi edifici civili consumati dalla polvere della guerra ma spesso ornati da fiori e arrampicanti, la luce ci mostra la speranza che qualcosa sta per cambiare.
Quella moltitudine di correnti unite per un fine comune corrisponde alla pennellata minuziosa dell'artista che accosta piccoli grumi di colori gli uni con gli altri, frammentando lo spazio scenico e portando chi guarda a volte ad allontanarlo, perché smarrito in tanto virtuosismo, a volte incuriositi ci porta ad avvicinarlo.
Infondo siamo un po così anche noi...allontaniamo ciò che ci circonda facendo finta di niente finché, pensandoci bene, capiamo di aver sbagliato e ci facciamo perdonare.


immagine
- l'arrivo del bollettino della pace di Villafranca, 1861-62, Domenico Induno, Milano, Museo del Risorgimento

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