martedì 8 marzo 2011

auguri Beatrice

1599, Beatrice Cenci figlia di Francesco Cenci, nobile romano, condannata a morte assieme ad alcuni suoi familiari perché colpevole dell'omicidio del padre.
Una sentenza esemplare del potere, una pubblica piazza gremita di gente proveniente da ogni dove, pronta a giudicare ciò che non conosce, ma che inevitabilmente si siede a riflettere.
Una vita di abusi quella di Beatrice, segregata in casa subiva inerme le molestie paterne..ascoltava impaurita il gemere prepotente di un padre snaturato e vigliacco.
Incarna allora come oggi parole come libertà giustizia identità alterità
E allora la scelta di questo ritratto.
Si dice che Guido Reni, sia riuscito a ritrarla un attimo prima che fosse condotta a morte.
Uno sguardo che ci impone domande imbarazzanti
Lei un po eroina un po martire,
impaurita e consapevole, offesa ma fiera.
Un volto che ci attraversa, un volto che cerca un aiuto che non arriverà mai, ma che allo stesso tempo pone in se una forza straordinaria e generatrice.
Beatrice Cenci, dice Stendhal, sorpresa con gli occhi languidi, “piangenti calde lacrime” non dette, trattenute.
Rassegnata per la condanna imminente ma consapevole del suo gesto .
Si impari a trattenere lo sguardo su ciò che è meritevole, un quadro una donna.
Al di là di ognuna di esse non ci si ponga limiti, certi di trovare un essere da custodire, non un vanto da possedere


immagine
-ritratto di Beatrice Cenci, Guido Reni, 1599, Galleria Nazionale di Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma

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