sabato 11 giugno 2011

Francesco Viscuso



Un attenta elaborazione dell'immagine che cambia sublimandola l'approccio della visione.
Sovrapponendo fotografia e Poesia, Immagine a parole, quali supporto l'uno dell'altro, Viscuso cerca una comunicazione nuova.
La dirompenza delle sue espressioni visive ci mette difronte una realtà cruda, suggestionata dall'attinenza ad una realtà tangibile e non solo immaginativa.
Lo è, dirompente, la serie del “CARNIVAL MOTEL”, in cui immagina un manicomio abitato da personalità malate da monomania del travestimento; lo è la serie JUDGE NOT WHAT IS BEST BY PLEASURE THOUGH TO NATURE SEEMING MEET”, in cui una natura morta, riprende vita accanto alle parole di un antico vangelo giapponese.



La contemplazione di uno stato d'animo che esce dalla convenzione per scoprire la personalità di una società malata che infetta chiunque ci si ponga a confronto.
Si mette in discussione lui per primo, analizza il proprio stato d'animo per offrirlo a colui che sa ascoltare ed ascoltarsi.
Si perchè i suoi lavori non imprimono solo un immagine fissa, ma fuoriescono dal supporto travolgendo colui che le guarda, attonito e sbigottito.
Non ci dà risposte Viscuso perchè non le cerca...questi lavori sono spunto di domanda.
Come mai la società ci ha cambiato così profondamente con i suoi usi e costumi.
Come redimersi dai peccati ed elevarsi ad individui liberi.

Non si pone al di sopra della società fotografandola e restandone fuori, ma entra dentro di essa e le dà un giudizio. Come “artista del proprio tempo” vive la società cui appartiene pur non essendo sua complice.

“Quando una mia immagine comunica agli altri, lì si manifesta la magia di una corrispondenza, di un dono che, nel venire alla luce,ha espresso la sua necessità di condivisione”.

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