sabato 5 gennaio 2013

Andy Warhol: “Stavo dipingendo anche Marilyn. Ho realizzato che quello che stavo facendo doveva essere la morte.”



La Marilyn di Warhol è certamente l'immagine di una star indiscussa, ma è ancor più una scusante per afferrare la morte. Nella serialità Warhol pone l'attenzione su di essa e non la lascia scappare.
Quando osservi all'infinito un'immagine terrificante, non ha più alcun effetto”. Allora per non anestetizzare lo sguardo ne il sentimento che scaturisce dalla morte o da un incidente stradale egli compie la serialità come mezzo per aderire al reale; anche se l'effetto sia risultato di una ossessione malinconica dell'oggetto perduto, poco importa perchè è proprio questo lo stato d'animo che le sue immagini dovrebbero provocare....uno stato allucinatorio, perchè la morte è allucinatoria. Abituarci ad essa è una cosa incredibile ma avviene tutti i giorni, nei giornali e nei media.
E il concetto di massa? Tutto è massa, gli oggetti, le star, gli incidenti stradali, la morte, tutto riguarda la massa. Warhol insegna alla massa e forse ne subisce anche le conseguenze fagocitando la sua anima in quella del suo personaggio pubblico.

Nessun commento:

Posta un commento