giovedì 5 febbraio 2009

Vermeer

l'Olanda vive il suo "secolo d'oro".
Jan è figlio di un colto mercante d'arte.
Inizialmente la sua pittura si accosta a piccoli quadretti d'arredo borghese.
Maturando, quegli stessi interni borghesi diverranno il centro del suo mondo.
Interprete o narratore (?), comunque semplice ed allo stesso tempo straordinario artista del proprio tempo.
I suoi più che quadri sono oggetti preziosi, che improvvisamente s'illuminano a contatto con la luce, tanto da render "vive" quelle meravigliose nature morte.

ritratto di Rembrandt

Il pennello impaurito tocca la tela senza ferirla.
La capigliatura è di un giovane scapestrato, ma la pittura che v'è dietro è rigorosa e severa.
Pennellate che mostrano un' attenzione al particolare come fosse una ricerca spasmodica dell' "immagine esatta".
Sorpresa l'inesperienza mostra le sue fragilità nella precisione del tratto.
Un volto di se da giovane, reso attraverso piccoli tocchi, calcolati, profondamente mediati nel gesto e nella resa.
...poi tutto cambia, la sicurezza prende il sopravvento, energica e sprezzante compare ora sulla giacca e sul basso viso.
Mento, collo e giacca sembrano esser fatti in un sol colpo. Spavaldo il merletto bianco aperto.
La presa di coscienza dell'artista si scopre in un unico dipinto. autoritratto.

Pieter Paul Rubens

Le sue pitture rappresentano il primo vero "barocco internazionale".
Fasto e meraviglia, colori fiammeggianti e movimenti espliciti; sembra celarsi al suo interno il ricordo di un fare rinascimentale che tuttavia sfugge alla mente.
Tiziano in particolare influenzerà l'ultimo periodo di Rubens, permettendogli di frantumare le figure per mezzo della luce, a causa di essa; l'esaltazione prepotente di una luce che agisce da dentro. Irrompe e scuote la materia delle figure sottraendo loro i confini, via via meno netti.
Una luce che gioca col colore.
Il colore del suo carattere, del suo temperamento.
Un gioco forza dell'uno contro l'altro