Cosa c'è di così importante in pochi colori messi uno accanto all'altro, senza precisione alcuna, senza proporzioni matematiche, stesi così come fossero mani passate male su di una parete sporca.
Ricordate quando alla fine del '800, l'Impressionismo si era convinto che il colore fosse tanto potente come poteva esserlo una figura perfettamente finita? Quando al di sotto dei colori non vi era più alcun disegno, e quando nessun progetto sottostante era più presente a fungere da guida? Il puro liberarsi del pennello che costruiva le forme attraverso il colore e null'altro fu la grande rivoluzione del movimento impressionista francese e dei suoi interpreti più alti. Estremamente ponderata era la messa a punto degli accostamenti attraverso la complementarità dei colori, che messi uno accanto all'altro si esaltavano reciprocamente.
Portando alle estreme conseguenze la pittura impressionista, Monet negli ultimi suoi lavori delle Ninfee, prefigura ciò che sarebbe accaduto molti anni più avanti.
Il traguardo tanto ansimato da Monet era la trasparenza. Costantemente attratto dallo spettacolo della natura del suo stagno di Giverny, egli mosse il colore accostandolo alla trasparenza dell'acqua e di tutto ciò che in essa vi era...la quiescenza dei riflessi era la bellezza più profonda del ciclo delle Ninfee.
Monet fu completamente assorbito dalla vastità emotiva che suggerivano quelle infinite campiture di colore.
La sua maturazione risiedeva proprio in quella inconsistenza materiale dell'oggetto.
Provate ora ad eliminare qualsiasi figurazione che intravedete all'interno del pannello delle Ninfee, e stendete il colore più largo che potete; sintetizzate i colori maggiormente presenti e donate loro la calma e la tranquillità di un oasi serena e avvolgente.
Lo Spazio con Rothko diviene tangibile.
Se al posto dei lenti movimenti dell'acqua ci si fermasse a contemplare il silenzio di uno spazio rassicurante come quello che risiede nelle opere di Rothko, saremmo in grado di percepirne il valore più sincero.
45 cm è la distanza perfetta per osservare l'oggettivazione dello spazio circostante di Rothko, ed esserne realmente coinvolti.
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RispondiEliminaPenso che accostare Rothko all'impressionismo sia un errore abbastanza grosso e frutto di una visione superflua e poco ragionata.. l'impressionismo è il primo movimento nella storia dell'arte a rifiutare la forma e a concentrare la propria essenza unicamente sulla luce e sul colore, in quel caso però il colore era utilizzato dai pittori per costruire la luce. Cezanne dirà che la luce non può esistere se non supportata dal colore, è il colore stesso a crearla ... non dimentichiamoci che gli impressionisti cercavano di cogliere l'impressione non l'emozione (così come nei nostri ricordi focalizziamo un' immgine sfocata nella quale a prevalere sono colori e luce,atmosfera).Mark Rothko rifiuta si la forma, ma lo fa in termini molto differenti,poichè la considera limitante per l'immaginazione e l'identificazione dello spettatore con il dipinto..quella di Rothko è una ricerca puramente espressiva, racconta sentimenti e non paesaggi.
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