mercoledì 3 aprile 2013

Ipotesi per una nuova Iconografia della Pietà: La Chiesa nelle braccia del Cristo misericordioso




Nonostante lo stallo della Chiesa Cattolica sembri già scongiurato dall'annuncio del nuovo pontificato di Papa Francesco, il dibattito contemporaneo non dimentica certo le recenti dimissioni di Benedetto XVI. E mentre un Papa se ne va, tornando umile servitore, un umile servitore arriva e diviene Pontefice, portando con se una ventata di speranza che genera ristoro nell'animo degli uomini di buona volontà. Non è solamente questione di fede ma anche di cambiamento, di ritrovata speranza per chi come me ha scelto consapevolmente una vita laica. La mia riflessione parte da qui. Inizia con l'insicurezza di chi questa fede l'ha persa, o forse semplicemente dimenticata, fino ad arrivare a chi quella stessa fede vede ora rifiorire sotto l'annuncio del suo discepolo prediletto, “Fratelli e Sorelle, Buonasera!” In questo contesto propongo un'idea, la mia idea, un'immagine vagamente familiare ma che provoca strane titubanze. E' il Cristo? E' davvero possibile sia proprio il Cristo a reggere ora la Vergine? E' davvero venuto il tempo per questo nuovo Mondo? Il tempo in cui finalmente il Cristo risorge, come nelle più vive speranze del dogma cattolico, quando recita la sua messa: 

 “ …per noi uomini e per la nostra Salvezza / discese dal Cielo, / e per opera dello Spirito Santo/ si è incarnato nel seno della Vergine Maria/ e si è fatto uomo./ Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,/ morì e fu sepolto. /Il terzo giorno resuscitato,/ secondo le scritture, /è salito al Cielo …/ E di nuovo verrà, nella gloria, …”. 

E’ questo il tempo di una “Pietà Capovolta” o meglio di una “Pietà della Speranza”, dove Cristo sostiene la Vergine, la Chiesa del nuovo millennio rinnovata secondo la volontà del Santo Padre? Se fino ad oggi la Pietà Vaticana di Michelangelo Buonarroti ha reso merito alla tradizione iconografica Cristiana cara al “Compianto del Cristo morto”, in questa nuova ipotetica rappresentazione, che è una sua evidente riformulazione, i ruoli si invertono, e nel mostrarsi di nuovo, rinascono e generano speranza. Il volto del Cristo morto della Pietà cinquecentesca riprende vita. La pacatezza della Vergine Maria si trasforma in un lamento straziante (cit. estasi Beata Ludovica Albertoni, Bernini, 1674 ). Come non riconoscere nel lamento l'incapacità clericale di sbrigliarsi da situazioni imbarazzanti? Uno sfogo di redenzione quasi per allontanare peccati ed inquietudini ormai evidenti. Ma se questo suono muto scuote lo sguardo di chi guarda, tuttavia non turba lo sguardo sereno del Cristo, che qui di nuovo consapevole, risponde al lamento mediante un'espressione di ritrovata Grazia. Un monito per chi quel ruolo di Salvatore lo ha fortemente cercato. Un monito per chi vedeva la Pietà da un solo punto di vista; per chi ancora credeva che quella immagine non potesse esser cambiata, ne tanto meno capovolta nel suo significato più profondo. Questa volta Pietas, non è più solamente “un sentimento di commossa ed intensa partecipazione” che la Madre rivolge al Figlio, bensì ancor più un sentimento reciproco di un figlio che ricambia finalmente il gestoamorevole di una madre affettuosa. In questo senso la fruizione dell'immagine spazia all'infinito seguendo le due direttrici guida, amore e sofferenza. 

Ad ogni modo, rimanendo entro i confini della dottrina Cattolica, il Cristo, figlio di Dio, che nella Pietà di Michelangelo era morto e sostenuto in grembo dalla Vergine Maria, ora al contrario risorge e tenendo cautamente la Vergine su di se mostra la sua Misericordia. Non si intende stravolgere la figurazione ma semplicemente capovolgerne il punto di vista. Un capovolgimento semplice ma che, lungi dall'essere innocente, poiché turba prepotentemente le fondamenta della Pietà tradizionale, almeno nelle forme dei numerosi rifacimenti che la Storia dell'Arte ci ha generosamente regalato (oltre alla moltitudine di dipinti che si susseguono in ogni epoca, penso ad opere di particolare rielaborazione del tema come a quella “Pietà degli stracci” di Guerra de la Paz, o a quella iperrealista e molto discussa di Choi Jin- Ah del 2012, oppure a quella fotografica di Sam Tylor-Wood del 2001). Un capovolgimento inedito che diventa sia iconografico che formale, sia teologico che filosofico. Ora non è più la Chiesa a tenere in grembo il Cristo, ma essa stessa ad aver bisogno del suo sostegno. Non si prega più perché il Cristo risorga, poiché il miracolo della Resurrezione è ormai avvenuto. 

Anche il fattore temporale sembra giustificare l'esistenza di un nuovo punto di vista, poiché quando i Testi proclamano “il terzo giorno”, esso potrebbe riflettere materialmente l'avvento del Terzo Millennio, o di una possibile Terza Repubblica, o addirittura della Terza Età di quel mondo nuovo tanto atteso.

Roma Mercoledì 3 Aprile 2013
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Simone Lombardo