martedì 29 maggio 2012

Silvio Berlusconi è "il sogno degli italiani"


Non è realtà, non è satira, non è uno scherzo....è un'opera d'arte!
Ititolata "il sogno degli italiani"
Sotto la scia creativa di Maurizio Cattelan, oltre il "Pop" e di sapore mockumentariano, quest'opera realizzata da una coppia di artisti (e coppia di fatto), Antonio Garullo & Mario Ottocento, si trova a Palazzo Ferrajoli, a due passi dal sogno del protagonista, Palazzo Chigi.
E' un Berlusconi di silicone, entro una teca trasparente a fondo rosso porpora, con ancora indosso gli abiti del potere, il viso sorridente e i pantaloni slacciati.
"Abbiamo pensato Berlusconi, il suo corpo, l'idea stessa che noi tutti spettatori ci siamo fatti in questi anni del leader italiano, chiuso in una teca riservata nella tradizione cristiana alla conservazione dei corpi dei santi, ma anche da una prospettiva laica alla conservazione dei corpi dei potenti e degli eroi (dalla mummia di Mazzini a quelle di Mao e Lenin) per sottolineare il culto della personalità di cui egli è stato e forse sarà oggetto negli anni a venire. E allo stesso modo porre un diaframma tra la realtà contingente e il giudizio storico. Se gli italiani sono in ultima analisi "Un popolo di santi, di poeti, di navigatori.." allora l'arcitaliano Silvio ne costituisce degno simulacro"..
Cattivo gusto o reale espressione del popolo, certo oggetto che farà discutere, come nella migliore tradizione dell'arte impegnata.
Chissà se solo così, in maniera evidentemente eclatante, l'arte possa tornare ad assumere la funzione sociale che le spetta.





Cosa ci facciamo di fronte ad un'opera d'arte?...esperienza estetica


Cosa ci facciamo di fronte ad un'opera d'arte?

Vi è mai capitato di trovarvi a tu per tu con un quadro, una statua, un'opera teatrale, e di domandarvi segretamente, lontano da orecchie indiscrete, ma cosa dovrei vedere? Cosa mi trattiene qui? Cosa sto facendo?

Certo non sono le uniche domande che è possibile porsi di fronte ad una creazione. Vi sarebbero domande del tipo, cosa significa(?), oppure quale valore ha(?), se possa o no esser definibile opera d'arte(?), ma non è a queste ora a cui vogliamo dare risposta.

Non tutti siamo in grado di rimanere rapiti difronte ad un'opera d'arte come fece Pigmalione con la sua Galatea ma, nella nostra ingenua incapacità, possiamo porci certamente delle domande, alle quali dare risposta significherebbe comprendere almeno il senso del gesto. Quale gesto? Quello di osservare.

I motivi per cui si rimane a contemplare un oggetto, prestare ascolto ad un suono, soffrire per le sorti di un attore, sono gli effetti incontrollati di una percezione innata, alla quale troppo spesso nessuno chiede più spiegazioni.
Curiosità, bellezza, gusto, lavoro, moda, per qualsiasi motivo sostiamo difronte ad un'opera, certamente stiamo mediando tra informazione derivata e sensazione percepita.

Ci sono diversi modi di star davanti ad un'opera d'arte.
E questi modi, queste categorie di comportamento, presuppongono un'azione circolare e perpetua: poniamo attenzione al dato osservato, configuriamo la mente assemblando e organizzando le informazione che essa ci rimanda, ritorniamo con la mente all'oggetto e ne traiamo dei giudizi significanti.
Quindi il movimento va dalla mente all'oggetto, dall'oggetto alla mente, nuovamente dalla mente all'oggetto.

Senza rendercene conto però, nel solo sostare e osservare l'opera, stiamo inconsapevolmente "godendo" di una fruizione estetica. 
L'estetica sta nella lettura di un testo prima ancora di rendersi conto si tratti di un romanzo; sta nell'ascoltare un suono senza capire si tratti esattamente di un'opera lirica.
Si, perché la prassi estetica fugge qualsiasi comprensione del dato osservato; una volta arrivati ad un qual si voglia tipo di comprensione subentra un'altra sfera comportamentale che abita nella pratica del “significato”.

L'Estetica contemporanea basa i suoi fondamenti sulla dialettica tra “scienza dello spirito”, perciò ricondurre il tutto ad una questione spirituale, e “scienza metodologica” secondo la quale è nella logica che abita il giudizio della verità.

Ma l'estetica è di fatto una branca della filosofia, quindi è facilmente intuibile quanto l'astrazione sia parte integrante del suo sviluppo accademico.

I filosofi, gli storici e critici d'arte che si avvalgono della pratica sensitiva dell'estetica certo hanno ben chiaro quale sia il fine di tale strumento...arrivare alla vera essenza dell'opera. Non al fine, non al significato, non alla forma ne al contenuto, ma all'origine della sua creazione.

Essi si trovano a studiare l'oggetto ritrovando la sua genesi. La domanda che essi si pongono è piuttosto il perché un tale oggetto sia stato generato; Quali idee hanno motivato l'artista a soddisfare la sua sete di condivisione. L'essenza, è il suo cruccio, il suo essere non il suo apparire.
Non è ugualmente la filosofia che pretende di arrivare alla comprensione universale del tutto, alla sua più intima verità?

“Erlebnis” direbbe Hegel

E chi ci aiuterà a camminare in questo virtuale mondo dell'astratto che si chiama verità?
Tra la percezione estetica ed il significato intrinseco si pone l'Immagine, che concretizza l'idea del genio (artista) e la rende manifesta nella sua rappresentazione.
Si badi che in questa rappresentazione egli, l'artista, mostra non solo un immagine nel presente, ma riconduce lo spettatore alla prova che in essa vi abiti contemporaneamente sia la memoria del proprio operato (e dell'intera storia dell'arte), sia lo stimolo che permetterà a lui e ad altri di operare per mezzo di essa ulteriori sviluppi.
Riconoscere in un opera tradizione del passato e attesa del futuro vorrebbe dire contribuire a trasformare l'oggetto in uno strumento comunicativo.
Ricondurre quindi l'opera al ruolo che gli compete: funzione sociale

sabato 26 maggio 2012

Paul Cézanne: 20 milioni di dollari per un acquerello



Christie's New York, Rockefeller Plaza 1' Maggio 2012, nella vendita Impressionist and Modern Art Evening. Si partiva da una stima di 11 milioni di dollari e dopo pochi minuti il battitore dichiara la vendita a 17 milioni+ i 2 milioni e 122 mila di commissione richiesti. Il lotto è un acquerello di Cèzanne, studio preparatorio per il celeberrimo "giocatori di carte" del 1893-96. 

Gli schizzi d'artista continuano ad essere considerati fonte pregiatissima del pensiero artistico


mercoledì 23 maggio 2012

Leonardo e Cézanne: le "centine" della pittura

Come è possibile sostenere che la pittura di Leonardo da Vinci e quella di Paul Cézanne si assomiglino così tanto. Se non oltrepassassimo la superficie del visibile, il risultato pittorico certo non potrebbe sostenere una tale speculazione comparativa.
Ma se fermandoci un istante sostando più a lungo di fronte ad alcuni esempi della loro vasta produzione, potremmo svelare un tesoro nascosto entro un mare di sabbia.
Ho scelto due capolavori assoluti del panorama produttivo di entrambi; uno più noto ai molti, l'altro essendo un disegno, meno noto, ma che da sempre ormai gode di ampia visibilità.
Si tratta di "Mont St. Victoire" di Cézanne e del disegno a penna ed inchiostro di Leonardo, "Paesaggio della Valle dell'Arno".
Sono entrambi paesaggi. Entrambi si danno ad una visione d'insieme. Entrambi mostrano un taglio centrale della visione, il primo che inizia dalla periferia e arriva sin sopra la cima del monte, l'altro che inizia dal centro della valle e si espande a raggio fin ai bordi.
E allora?..Non sono certo io a sostenere l'esistenza di una formidabile complementarietà del loro fare pittura, ma Paul Valéry, scrittore e poeta della generazione simbolista francese.
Appena Valéry accenna al termine "architettura d'immagine", chi ha già affrontato nel dettaglio gli sviluppi artistici dei due maestri, capisce dove egli tenti di arrivare.
Indelebile entro la coscienza culturale di ognuno di noi, permane la magia del pensiero Leonardesco. La sua infinità curiosità ed attitudine ai misteri del mondo, lo hanno reso Genio incontrastato. Il suo strumento di conoscenza era il disegno. Attraverso il disegno Leonardo studiava, rifletteva, scopriva, indagava la natura e l'uomo.
Ogni animale, ogni figura umana, ogni stecco o albero al quale egli abbia rivolto lo sguardo, ricorda per se la dedica di un disegno anatomico.
Ciò che ricercava era la struttura delle cose, la struttura del cosmo.
Solo attraverso una visione critica costante egli riuscì ad identificare l' "Aria", l'atmosfera.
Nel disegno, ogni dettaglio si compone di un segno: il vento, le correnti del fiume, il movimento degli alberi, la polvere rocciosa, ogni elemento impercettibile è reso manifesto per sostenere il senso del tutto.
Il "tutto" è un corpo composto, non è astrazione, ma materia formata di tanti "ogni".
Ma per sostenere il tutto secondo Leonardo era indispensabile guardare al suo interno e svelarne le componenti più nascoste.

Per Cézanne, Mont St Victoire è la stessa cosa.
E' il risultato ultimo delle sue ricerche più intime intravedendo nel paesaggio una struttura fondamentale che egli sintetizza in colpi ben assestati di pennello.
L'Impressionismo aveva fatto terra bruciata nei confronti del disegno preparatorio; lo strumento di riflessione e di analisi era ormai il solo colore. E allora Cézanne, in accordo con la poetica del proprio tempo, usa il colore per riscoprire le componenti fondamentali della sua pittura.

Allora, le architetture d'immagine sono quei tratti ampi e coincisi del pennello di Cézanne, allo stesso modo come i segni della penna di Leonardo sono le impalcature dell'immagine prodotta.

















Piet Mondrian: La prima Hollywood



Questa tela di Mondrian si intitola " Broadway Boogie-woogie"....in effetti al suo interno vi sono tante fonti colorate che danno insieme una tonalità festiva, giocosa e divertita.  Sono gli stessi colori delle stelle filanti che si usavano alle feste di qualche tempo fa.  Il nome Broadway poi rimanda immediatamente alla grande avenue di New York, agli innumerevoli spettacoli, la musica Blues, il luogo in cui i sogni diventavano realtà...era la Hollywood di allora.

Ora salite su di un elicottero!  E' roba da ricchi è vero, ma l'immaginazione non ha ceti sociali ne divisioni di classe. Guardate ora in basso...vedete quante luci, le macchine che vanno e vengono, il chiasso dei claxon dei taxi, i fischi dei clienti impazienti di trovarne uno libero, i soffitti dei grattaceli che segnano questa avenue o quella street! Questa tela è Broadway vista dall'alto.

giovedì 17 maggio 2012

Rothko...Impressionismo Astratto



Sembrerà un azzardo parlare di una pittura come quella di Rothko in questi termini, ma personalmente trovo sia la strada maestra per comprendere fino in fondo non solo il suo lavoro, ma come nella storia dell'arte si arrivi a questo risultato.
Cosa c'è di così importante in pochi colori messi uno accanto all'altro, senza precisione alcuna, senza proporzioni matematiche, stesi così come fossero mani passate male su di una parete sporca.

Ricordate quando alla fine del '800, l'Impressionismo si era convinto che il colore fosse tanto potente come poteva esserlo una figura perfettamente finita? Quando al di sotto dei colori non vi era più alcun disegno, e quando nessun progetto sottostante era più presente a fungere da guida? Il puro liberarsi del pennello che costruiva le forme attraverso il colore e null'altro fu la grande rivoluzione del movimento impressionista francese e dei suoi interpreti più alti. Estremamente ponderata era la messa a punto degli accostamenti attraverso la complementarità dei colori, che messi uno accanto all'altro si esaltavano reciprocamente.
Portando alle estreme conseguenze la pittura impressionista, Monet negli ultimi suoi lavori delle Ninfee, prefigura ciò che sarebbe accaduto molti anni più avanti.

Il traguardo tanto ansimato da Monet era la trasparenza. Costantemente attratto dallo spettacolo della natura del suo stagno di Giverny, egli mosse il colore accostandolo alla trasparenza dell'acqua e di tutto ciò che in essa vi era...la quiescenza dei riflessi era la bellezza più profonda del ciclo delle Ninfee. 
Monet fu completamente assorbito dalla vastità emotiva che suggerivano quelle infinite campiture di colore.
La sua maturazione risiedeva proprio in quella inconsistenza materiale dell'oggetto.

Provate ora ad eliminare qualsiasi figurazione che intravedete all'interno del pannello delle Ninfee, e stendete il colore più largo che potete; sintetizzate i colori maggiormente presenti e donate loro la calma e la tranquillità di un oasi serena e avvolgente.

Lo Spazio con Rothko diviene tangibile.
Se al posto dei lenti movimenti dell'acqua ci si fermasse a contemplare il silenzio di uno spazio rassicurante come quello che risiede nelle opere di Rothko, saremmo in grado di percepirne il valore più sincero.

45 cm è la distanza perfetta per osservare l'oggettivazione dello spazio circostante di Rothko, ed esserne realmente coinvolti.

martedì 15 maggio 2012

..i 12 capolavori più pagati di sempre




1. Jackson Pollok- 150,6 milioni di dollari


2-Willem de Kooning-147,9 milioni di dollari

3- Klimt- 144,2 milioni di dollari

4-Van Gogh- 138,4 milioni di dollari

5-Renoir-131 milioni di dollari

6-Edvard Munch- 120 milioni di dollari

7-Picasso-119,4 milioni di dollari

8-Picasso- 106 milioni di dollari

9- Van Gogh-102,9 milioni di dollari

10- Picasso- 101,9  milioni di dollari

11- Van Gogh- 101,2 milioni di dollari

12- Warhol- 100 milioni di dollari


....e Bacon?


    La serata del 9 maggio segna per Sotheby's il miglior prezzo di battuta mai realizzato per un singolo pannello di Bacon.
Stima del lotto era di 30-40 milioni di dollari; prezzo di vendita 44.882.500 $, compreso le commissioni aggiuntive.
Non raggiunge il record dei 150 milioni di Pollok, sempre presso la stessa Casa d'Aste nel novembre del 2006, ma firma un risultato importante nel totale degli incassi finali che hanno raggiunto i 266,6 milioni di dollari.

Christie's ancora seconda in termini di record rispetto alla Sotheby's

L’asta numero 2557 di Christie’s ha inaugurato nel modo migliore la settimana del contemporaneo di New York, totalizzando 388.5 milioni di dollari, ben oltre la stima massima pre-asta di 351.9. Il tutto con tassi di vendita eccezionali: 95% in lotti e 99% in valore. Il leggendario Fire-Color Painting FC 1 di Yves Kline, realizzato dall’artista nel 1963, solo poche settimane prima di morire, è stato battuto nella evening sale di ieri (8 maggio) alla cifra record per l’artista di 36.5 milioni di dollari. Ma il vero blockbuster della serata è stato Mark Rothko il cui dipinto Orange, Red, Yellow del 1961, inizialmente stimato tra i 35 e i 45 milioni di dollari, è stato aggiudicato per oltre 86.8 milioni stabilendo il nuovo record del mondo per un’opera d’arte contemporanea.Il capolavoro di Mark Rothko, il più importante mai apparso sul mercato da White Center (Yellow, Pink and Lavander on Rose) - che proveniva dalla collezione di David Rockfeller ed è stato venduto nel 2007 per 72.8 milioni di dollari -, era entrato a far parte della collezione del filantropo americano David Pincus nel 1967. Con le sue forme rosse, gialle e arancioni che paiono fluttuare sullo sfondo rosso tenue, Orange, Red, Yellow incarna a pieno lo stile dell’artista. Chiunque abbia visitato Philadelphia ha certamente riconosciuto questo dipinto che per molti anni è stato esposto alPhiladelphia Museum of Art, vicino a Onement V di Barnett Newman e al Number 28 di Jackson Pollock, entrambi parte della collezione Pincus e top lot della evening sale diChristie’s, dove sono stati venduti stabilendo nuovi record per entrambi gli artisti:Number 28 di Pollock è stato battuto per 23 milioni di dollari, mentre Onement V di Newman è stato aggiudicato per circa 22.5 milioni.Oltre a questi, il primo appuntamento con l’Arte Contemporanea e del Dopoguerra in programma nella Grande Mela è stato caratterizzato da altri due record d’artista stabiliti da Gerhard Richter e Alexander Calder: supera i 20 milioni Richter con Abstracktes Bild (798-3) venduto alla cifra record di 21.8 milioni, mentre Calder, con Lily of Force, ha totalizzato circa 18.6 milioni di dollari. Dei 59 lotti offerti, solo 3 sono rimasti invenduti: il n. 43, un olio su tela di Brice Marden intitolato Attendant 5 e stimato tra i 7 e i 10 milioni; Museum Security (Broadway Meltdown) di Jean-Michel Basquiat (lotto n. 46) in vendita con una stima tra i 9 e i 12 milioni e When They Were Gone di Joan Mitchell(lotto n. 51) in catalogo con una stima tra i 2 e i 3 milioni di dollari.

Adesso il testimone passa a Sotheby’s che stasera alle 19 presenterà ai bidder in sala un catalogo di 59 lotti guidato da tre top lot d’eccezione: Sleeping Girl di Roy Lichtenstein del 1964 - esposta in pubblico solo una volta ben 23 anni fa e oggi in catalogo con una stima di 30-40 milioni di dollari; Double Elvis [Ferus Type] di Andy Wharol (1963) stimato tra i 30 e i 40 milioni di dollari e proveniente, secondo le indiscrezioni rilasciate da Josh Baer, dalla collezione di Shaindy Fenton, gallerista texana scomparsa nel 1994; e Figure Writing Reflected in Mirror di Francis Baconuna delle opere più importanti dell’artista mai arrivate sul mercato, rimasta nella stessa collezione dal 1977 e oggi stimata tra i 30 e i 40 milioni. La casa d’aste prevede, per l’evening sale di oggi, un risultato (buyer premium escluso) 
tra i 221.6 e i 315.4 milioni di dollari.


Autore: Nicola Maggi


(link: http://www.teknemedia.net/magazine_detail.html?mId=9419)

giovedì 10 maggio 2012

Lucio Fontana: Non solo una questione di "tagli"

"La realtà ha una dimensione cosmica"
Se l'Energia esiste allora deve potersi misurare.
E se esiste si muove nello spazio circostante. Ma la bidimensionalità ormai non ha nulla a che vedere con l'energia fluttuante. Essa pretende la terza dimensione.
Sono queste le considerazioni che Fontana compie quando parla di Spazialismo.
Ed è per questo motivo che il suo lavoro comincia con neon sospesi nel buio...energia pura che fluttua nello spazio cosmico.

Di lì ai "buchi" sulla tela, sino ai definitivi "tagli" il passo sarà breve. La negazione della doppia dimensione è ormai cosa fatta.
L'Interazione con il supporto mobile genera nuovi pensieri nella mente di Fontana che intravede la possibilità di aggiornare il suo lavoro. Non si tratta più solamente di energia fluttuante, ma del suo manifestarsi nell'incontro con la materia. L'energia che infligge il colpo fatale, e la materia che la subisce ponendo il massimo della resistenza che possiede. Anche il sesso genera pensieri simili.

lunedì 7 maggio 2012

Fontana finalmente a New York


Alla Gagosian Gallery di New York, dal 3 maggio al 30 giugno si terrà la mostra “Ambienti Spaziali” dedicata ai lavori di Lucio Fontana. Organizzata con la Fondazione Lucio Fontana di Milano, l’esposizione, curata da Germano Celant con la collaborazione di Valentina Castellani propone un centinaio di opere in arrivo da collezioni pubbliche e private – tra cui alcune raramente esposte al pubblico – nonché la riproduzione fedele di sei opere del ciclo “Ambienti Spaziali”, realizzati nel 1968 per “Documenta 4″: un complesso labirinto di luminosità abbagliante in cui lo spettatore perde il senso dell’orientamento e del tempo.
La retrospettiva intende sottolineare come la fascinazione per gli avanzamenti della scienza e della tecnologia durante il ventesimo secolo abbia portato Fontana ad avvicinarsi all’arte come indagine di mezzi e metodi. Come scultore, ha sperimentato la pietra, i metalli, la ceramica il neon; come pittore ha tentato di trascendere i confini del piano bidimensionale.
In una serie di manifesti, a partire dal Manifesto blanco del 1946, Fontana aveva annunciato l’arte “spazialista”, con l’obiettivo di coinvolgere la tecnologia per raggiungere l’espressione della quarta dimensione in un radicale nuovo linguaggio estetico che fondesse le categorie di architettura, scultura, e pittura.

Oggi ci resta un rammarico, il non poter sapere come Fontana, scomparso nel 1968 a 69 anni, avrebbe potuto interagire con le nuove tecnologie, come, gli strumenti impensabili al suo tempo, avrebbero influenzato la sua opera. Lo avremmo forse ritrovato come video-artista?

Addestrato alle tecniche classiche della scultura, Fontana fu inizialmente conosciuto per le opere prodotte durante il Ventennio, arte costretta nei limiti dell’ideologia, ma che già conteneva un linguaggio razionalista astratto in linea con quegli audaci esperimenti delle architettoniche razionaliste di Edoardo Persico e Giuseppe Terragni.
Al suo ritorno a Milano dall’Argentina nel 1947, Fontana trovò però il suo studio completamente distrutto dai bombardamenti alleati. Quel momento diventa uno spartiacque, a causa di questa brusca tabula rasa, si considererà della generazione di artisti del dopoguerra e la storia della sua carriera diventa, effettivamente, la storia dei suoi ultimi venti anni. Ispirato, ma al tempo stesso superando, il linguaggio del Futurismo, elimina i supporti tradizionali della pittura e della scultura.
Con l’atto di tagliare una tela dipinta con un solo colore, Fontana oltrepassa lo spazio di definizione e la tecnica convenzionale. Un atto che impugna l’intera storia della pittura occidentale da cavalletto portandolo alla conclusione che la pittura non è più l’illusione contenuta nelle dimensioni di una tela, ma, piuttosto, un concetto dinamico che si forma dalla fusione di colore, spazio architettonico, gesto e luce.
Così nasce il concetto di spazialismo e da questo momento, Fontana intitolerà le sue opere Concetti spaziali. Concetti, appunto, perché i suoi assalti sulla tela non erano solo fisici, erano modi per portare lo sguardo dello spettatore al di là della pittura, in quella dimensione del possibile che chiamò “spazio libero”.

autore: redazione "daringtodo.com"


Munch..oltre L'Urlo


L'Urlo di Munch, manifestazione del grido di disperazione dei moti intimi che scappano improvvisamente dalla morsa costante dell'Io.

Se dalla moda francese impressionista la tela ereditava come soggetto “ciò” che si vede, in cui per la prima volta non si dipingevano più i soggetti che guardavano ma la “cosa” guardata, ora l'Espressionismo nord-europeo fa della tela un luogo di liberazione; non più i soggetti, non già la cosa guardata, ma la cosa “sentita”, il materiale rimosso dirà Freud tra qualche anno.

La linea ondulata e onirica si rintraccia nel lavoro di Van Gogh, precursore assoluto dell'arte espressionista nel ricordo dell'opera “voli di corvi in un campo” datata 1890.
Il simbolismo è parte integrante dell'evoluzione del pensiero dei Nabis, che ereditarono da Gauguin la sua capacità di esplorare il tempo al di là del presente.

Una scena quotidiana, una situazione reale alla quale l'artista dona espressione visiva e ancor più emotiva. Ma non c'è solo l'urlo qui dentro! Tutt'intorno quella figurazione spettrale non vi è tempo perso, c'è paesaggio e contesto, che motiva il gesto dall'esterno. Senza quei colori, senza il ponte di Nordstrand, senza il secondo piano degli amici in lontananza che aiuta ad isolare il soggetto, senza l'imbrunire del cielo, dello scurirsi dell'acqua, quella sensazione sarebbe stata ingiustificata e assolutamente fuori luogo.
La manifestazione del momento in una nota d'intima riflessione, generata e non immaginata.

L'arte Europea tutta sta cambiando ed è nella trasformazione che abitano gli artisti come Edward Munch.
In lui si riconoscono tradizioni e si ritrovano intuizioni, sintomo di una straordinaria capacità di comprensione ed innovazione artistica.
Tra poco la linea si farà più dura e spezzata, i colori verranno sovrapposti in grumi di sporcizia, l'incupirsi della storia sfocerà nella I Guerra Mondiale.   

Quanto vale un capolavoro?


Un dipinto impresso nell'immaginario collettivo degli appassionati di arte e non solo. Un vero e proprio capolavoro artistico, e ora con un proprio record di 120 milioni di dollari. E' questo il prezzo per il capolavoro più celebre di Edward Munch- pittore norvegese, simbolista, incisore e importante precursore dell'arte espressionista.

Di questa opera, della quale ne esistono 4 versioni, una delle quali si trova nel museo di Oslo, è stata battuta, lo scorso due maggio, un' asta record pari a 119,92 milioni di dollari, in soli 12 minuti di trattative, salendo a volte di oltre 10 milioni al minuto, presso la Sotheby's di New York.

L'Urlo rappresenta l'Opera di Munch dove il simbolismo trasmette un terribile e angosciante messaggio per l'Umanità.

autore: redazione "tuttonews.net"

(fonte link: http://tuttonews.net/2012/05/120-milioni-di-dollari-per-l-urlo-di-munch/)