mercoledì 23 maggio 2012

Leonardo e Cézanne: le "centine" della pittura

Come è possibile sostenere che la pittura di Leonardo da Vinci e quella di Paul Cézanne si assomiglino così tanto. Se non oltrepassassimo la superficie del visibile, il risultato pittorico certo non potrebbe sostenere una tale speculazione comparativa.
Ma se fermandoci un istante sostando più a lungo di fronte ad alcuni esempi della loro vasta produzione, potremmo svelare un tesoro nascosto entro un mare di sabbia.
Ho scelto due capolavori assoluti del panorama produttivo di entrambi; uno più noto ai molti, l'altro essendo un disegno, meno noto, ma che da sempre ormai gode di ampia visibilità.
Si tratta di "Mont St. Victoire" di Cézanne e del disegno a penna ed inchiostro di Leonardo, "Paesaggio della Valle dell'Arno".
Sono entrambi paesaggi. Entrambi si danno ad una visione d'insieme. Entrambi mostrano un taglio centrale della visione, il primo che inizia dalla periferia e arriva sin sopra la cima del monte, l'altro che inizia dal centro della valle e si espande a raggio fin ai bordi.
E allora?..Non sono certo io a sostenere l'esistenza di una formidabile complementarietà del loro fare pittura, ma Paul Valéry, scrittore e poeta della generazione simbolista francese.
Appena Valéry accenna al termine "architettura d'immagine", chi ha già affrontato nel dettaglio gli sviluppi artistici dei due maestri, capisce dove egli tenti di arrivare.
Indelebile entro la coscienza culturale di ognuno di noi, permane la magia del pensiero Leonardesco. La sua infinità curiosità ed attitudine ai misteri del mondo, lo hanno reso Genio incontrastato. Il suo strumento di conoscenza era il disegno. Attraverso il disegno Leonardo studiava, rifletteva, scopriva, indagava la natura e l'uomo.
Ogni animale, ogni figura umana, ogni stecco o albero al quale egli abbia rivolto lo sguardo, ricorda per se la dedica di un disegno anatomico.
Ciò che ricercava era la struttura delle cose, la struttura del cosmo.
Solo attraverso una visione critica costante egli riuscì ad identificare l' "Aria", l'atmosfera.
Nel disegno, ogni dettaglio si compone di un segno: il vento, le correnti del fiume, il movimento degli alberi, la polvere rocciosa, ogni elemento impercettibile è reso manifesto per sostenere il senso del tutto.
Il "tutto" è un corpo composto, non è astrazione, ma materia formata di tanti "ogni".
Ma per sostenere il tutto secondo Leonardo era indispensabile guardare al suo interno e svelarne le componenti più nascoste.

Per Cézanne, Mont St Victoire è la stessa cosa.
E' il risultato ultimo delle sue ricerche più intime intravedendo nel paesaggio una struttura fondamentale che egli sintetizza in colpi ben assestati di pennello.
L'Impressionismo aveva fatto terra bruciata nei confronti del disegno preparatorio; lo strumento di riflessione e di analisi era ormai il solo colore. E allora Cézanne, in accordo con la poetica del proprio tempo, usa il colore per riscoprire le componenti fondamentali della sua pittura.

Allora, le architetture d'immagine sono quei tratti ampi e coincisi del pennello di Cézanne, allo stesso modo come i segni della penna di Leonardo sono le impalcature dell'immagine prodotta.

















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