«Volevo ritrarre, fissare la gente a dimensione
umana in spazi quotidiani, avere a che fare con l'idea di environment.
Ho cercato, nei calchi, di fissare il gesto psicologico».
...Ma qui George Segal fa molto di più, svelando il contesto.
Muore l'uomo e nasce l'oggetto; si chiama "oggettivazione dell'uomo".
Un ossimoro che sancisce la resa dell'Umanità alla corruzione delle "cose"
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