Non mi sono mai cimentato nel tradurre
in parole un'immagine fotografica, tuttavia ho trovato delle
similitudini comportamentali ed emotive interessanti in
queste poche foto.
É possibile siano solo immagini, ma
non è il loro artefice che le rende stimolo critico, il loro contenuto piuttosto.
E' chiaro l'atteggiamento corporale che
si riscontra in tutte le immagini: un corpo chiuso,
raggomitolato su se stesso, introflesso ed involuto.
Il fascino emozionale che riflette lo
stato di chiusura è una curiosità trascendentale, un' incognita
permanente.
Ma ciò che mi chiedo di fronte ad esse
è: “sia rappresentata paura, solitudine, sonno, sempre si
ricerca lo stadio primordiale, la fase fetale”..sono forse le
sopravvivenze dell'inconscio che generano quel risultato.
Questo è in accordo con un testo molto famoso dal quale ho preso spunto per queste riflessioni; riflessioni che mi hanno portato a mettere insieme queste fotografie
ed incatenarle ad un denominator comune.
Il testo è "al di là del
principio del piacere" di Freud.
Durante le sue considerazioni, che per la
prima volta volgevano alla metafisica aporistica piuttosto che ai
risultati clinici dei suoi pazienti, egli espone un dogma secondo cui
il piacere si esprime attraverso una tendenza a ripristinare uno stato
anteriore di quiete, secondo il principio di conservazione della
sostanza vivente.
Ogni volta si affrontino degli stati
emozionali del genere paura o solitudine, la risposta immediata rivolge sempre il corpo verso se stesso. Tutti quanti abbiamo provato
quella sensazione ed ogni volta ci si è sempre ritrovati
coscientemente o no nella medesima posizione.
Lo stesso nel sonno, lo stadio di
rilassamento totale, l'unico veramente capace di dimenticare le
pressioni esterne. Non sempre ma spesso, le gambe si richiamano e le
braccia si tengono strette proteggendo se stesse dallo spazio circostante.
Ma la fase fetale non è proprio lo
stadio per antonomasia dove l'individuo è coccolato e protetto dal
corpo materno, nutrito e avvolto all'interno della sacca amniotica?
Allora ciò che mi ha coinvolto è la necessità inconscia a ripristinare, nelle situazioni di pericolo e forte stress, ed ugualmente all'opposto, di rilassamento completo, uno stato di quiete riscontrabile solo in quella fase primordiale dello sviluppo biologico.
Come le pressioni più forti generino le risposte più elementari.
Come il massimo grado di coinvolgimento emotivo porti all'annullamento dello stesso.
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